Horizon Zero Down: uno spettacolo per gli occhi


Horizon Zero Down narra le vicende di Aloy, giovane eroina della tribù Nora. Etichettata come “senza madre” viene emarginata dalla tribù ed affidata in tenera età a Rost, un abile guerriero e cacciatore anche egli emarginato, che avrà il compito di crescerla insegnandole i segreti della caccia e preparandola per la prova che dovrà affrontare per diventare un “audace” e rientrare nella tribù.

In un futuro in cui la civiltà e tutto il sapere dell’uomo sono letteralmente sepolti sotto terra, coperti da una natura selvaggia che in quasi mille anni ha divorato ogni cosa riprendendo il suo posto nel mondo, le macchine alimentate a biomassa hanno rimpiazzato i grandi animali ormai estinti, copiandone le sembianze e i comportamenti. I pochi esseri umani che popolano la terra sono regrediti in società tribali più o meno evolute, in balia di credenze e miti sull’origine delle macchine e sui “calderoni”, i luoghi misteriosi da cui queste provengono.

Sono tanti i misteri che dovremmo scoprire, l’identità di Aloy, l’estinzione delle antiche civiltà, l’arrivo delle macchine e della corruzione, una sorta di virus infettante che le rende particolarmente spietate. Scopriremo la verità esplorando il territorio al di fuori dai confini dei Nora e grazie ad una trama intrigante in cui tutto viene spiegato in modo coerente e senza lasciare spazio a perplessità, complice anche una storia ben scritta ed una “recitazione” da oscar dei personaggi.

Realizzazione tecnica


Horizon Zero Dawn è un meraviglioso esempio di tecnica ed arte applicata ad un videogame. Tutto è assolutamente curato nei minimi dettagli e niente sembra lasciato al caso. Viaggeremo tra immensi canyon desertici, monti innevati, zone tropicali abitate da fauna selvaggia, rinvenendo, di tanto in tanto, i resti corrosi della civiltà passata, scheletri di metallo di un era ormai estinta. Impressionante la varietà degli elementi poligonali che compongono il paesaggio, i luoghi, le case, i ponti di legno, i ruderi di metallo, ogni elemento sembra diverso dagli altri proprio come nel mondo reale. Non si può non elogiare quanto fatto dagli “architetti” del gioco per quanto riguarda la realizzazione dei centri abitati, dai piccoli villaggi rurali al grande regno di Meridiana. Di particolare gusto estetico gli abiti, specie quelle delle tribù più evolute, eleganti, complessi e ricchi di elementi decorativi che si diversificano da tribù a tribù. E poi gli animali metallici, bellissimi da vedere, tosti da domare o abbattere, alcuni piccoli e veloci, altri mastodontici e potenti. Insomma tutto in Horizon Zero Down è bellissimo, basta soffermarsi un attimo e guardarsi intorno, ovunque il vi troviate nella mappa, per ammirare quanto di meraviglioso è stato creato dai designers. Il gioco non è esente da bug, ma questi vengono corretti dalle release frequenti, e in ogni caso sono episodi trascurabili.

Giocabilità


Il controllo dei Aloy è tutt’altro che intuitivo, prima di assumere piena padronanza dei comandi dovremo giocarci un po’, ancora oggi ogni tanto mi chiedo quale pulsante premere. Tutto sommato però la risposta del personaggio e la collisione con gli elementi, specie nelle battaglie, è pressoché perfetta. Manca, a mio parere, il sistema di agganciamento dei nemici, specie quando dovremmo affrontare, con attacchi ravvicinati, belve meccaniche particolarmente grosse e veloci, sarà davvero frustrante cercare di individuarle spostando lo sitck della visuale nella concitazione della battaglia. Ma per usare la funziona di agganciamento bisogna pagare le royalties a Nintendo? In quanto a struttura di gioco di Horizon Zero Down sembra un mix dei best seller videoludici degli ultimi anni. In particolare durante l’esplorazione, sarà possibile girare in lungo e in largo nella mappa ma non potremo entrare (tranne in alcuni casi) nelle abitazioni, come in GTA e  potremmo effettuare ripide scalate con la stessa abilità degli assassini di Assassin’s Creed, e, proprio come il “salto della fede” compiere spettacolari discese saltando da alcune rampe. Oltre alla missione principale potremo compiere varie missioni secondarie utili ad acquistare punti esperienza, grazie ai quali potremmo sbloccare da una griglia nuove abilità.

Longevità


Horizon Zero Down è un gioco che può durare parecchio, a discrezione del giocatore, proprio come qualsiasi altro open word. Del genere ne subisce anche quello che è per me il peggior difetto, le fasi di stand by tra una missione e l’altra dove, per forza di cose, si perde il climax acquisito nella battaglia appena combattuta e si ritorna in uno stato di tranquillità irreale, come se nulla fosse successo. Nel gioco questa sensazione è ancora più accentuata in quanto il compimento delle missioni spesso si concludono con una battaglia e tutto nel complesso ha una durata relativamente breve, se non nei rari casi dove è richiesta l’esplorazione di luoghi chiusi come i calderoni. Lo stesso vale (purtroppo) anche per l’episodio finale. La maggior parte del tempo di gioco sarà dedicata all'esplorazione della vasta mappa, di cui ho già lodato l'incredibile complessità e bellezza dei luoghi, e nell'espletamento delle molteplici sub-mission di cui questo gioco è particolarmente ricco.

Riassumendo

Horizon Zero Down è un gioco quasi perfetto e merita senza ombra di dubbio tutti i voti altissimi che ha ricevuto. Una volta domato (con non poche incertezze iniziali) il sistema di controllo, la risposta della nostra eroina agli input sarà immediata e precisa. Le sessioni di gioco che seguono la trama principale procedono fluide grazie ai bellissimi luoghi da esplorare ed una storia veramente ben scritta. Tecnicamente siamo di fronte ad un lavoro magistrale ma le singole missioni sono relativamente brevi, soprattutto quella conclusiva. La domanda che mi faccio è: ma se Horizon Zero Down non avesse questa grafica sarebbe il capolavoro tanto lodato dalla stampa ufficiale?
  1. Voto: 8

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