Deus ex:Manking divided


  • Sviluppatore: Eidos Montrèal
  • Versione testata: PS4
  • Genere: Sparatutto in prima persona/GDR

Dopo aver praticamente divorato il vecchio Deus ex: Human revolution sulle precedenti console ed averne apprezzato appieno tutte le potenzialità(delle quali molte rimaste purtroppo inespresse), non vedevo l'ora di farmi questo tanto decantato seguito per vedere se tutte la promesse di quel gioco fossero state realmente mantenute in quest'ultimo.
La serie di DE è sempre stata garanzia assoluta di qualità sia per quel che riguardano le profondissime meccaniche di gioco sia per le sue trame sempre complesse ed intriganti, ed in DEMD si è concentrato(a dire dell'editore) tutto l'estro avveniristico(o per meglio dire evoluzionistico) che una volta fu della mitica Ion Storm del profeta Warren Spector e che ora è nelle mani dei discepoli di Eidos, ma Vediamo piuttosto se questo ambizioso obiettivo è stato centrato o meno.



la componente stealth è a dir poco fondamentale nello svolgimento del gioco.
Potrete modificare le armi con un pratico sistema di crafting e assegnargli potenziamenti, vari tipi di proiettili e vari tipi di sparo.

Concetto di umanità.

Tornano le avventure dell'ex poliziotto(ora agente del'interpool) potenziato Adam Jensen stavolta coinvolto in un complotto terroristico ai danni "dei normali" che cercano di emarginare sempre di più fino alla totale eliminazione la nuova razza dei "potenziati", ovvero quegli esseri umani che per fini personali(disabilità etc,) o bellici(spesso potenziati contro la propria volontà) hanno subito degli innesti cibernetici in grado di ripristinare, migliorare ed ampliare determinate funzioni del corpo.
Mentre nel primo titolo la società (dopo un primo approccio di evolutivo entusiasmo) iniziava a rigettare l'idea di un'umanità corrotta dalla scienza -continuando però a servirsene-, nel secondo assistiamo ad un sistematica presa di coscienza da parte dei vari governi contro la classe dei potenziati, sfociata addirittura in vere e proprie leggi marziali, specie nei paesi dell'est europa ed in particolare a Praga, città dove è ambientata l'intera vicenda.
L'aspetto sociale e morale del titolo è molto ben curato e va ad approfondire molto bene la tematica sempre bollente dell'odio razziale e del concetto di umanità in maniera mai banale o pretestuosa.
La trama come al solito è complessissima e piena di riferimenti ad organizzazioni, personaggi ed aspetti del mondo di gioco che spesso vanno a impattare col gameplay: se non siete particolarmente attenti vi perderete alcuni segreti e missioni secondarie davvero facili da  mancare o sbagliare se non affrontate nel verso e con lo spirito giusto; queste potranno finire in svariati modi dandovi l'impressione di averle completate per poi scoprire che invece le avevate fallite miseramente, e quindi occhio pure ai salvataggi.
Sempre a proposito delle missioni secondarie vale la pena di dire che sono spesso molto articolate e delle volte vanno ad influire parallelamente a quelle della missione principale, grazie soprattutto ad un colossale impianto narrativo a mosaico, davvero molto ben articolato.
Curiosamente mentre i personaggi principali sono tutti ben curati, quelli secondari risultano spesso inespressivi e messi lì tanto perché devono starci, cosa molto triste visto lo sforzo narrativo del gioco.
Un plauso al personaggio principale: carismatico, coerente e soprattutto credibile in ogni scelta che prenderete(e sono tante).

Alcuni potenziamenti sono succosi e subdoli in una maniera che non vi dico.

Reietto ma potenziato.

Fondamentalmente DEMD è uno sparatutto in prima persona con l'anima di un GDR e dotato di diversi elementi da stealth game.
Inizialmente vi troverete a vagare per le strade(o per meglio dire zone) di una Praga futuristica suddivisa in micro-aree che esplorerete per completare le varie missioni o semplicemente per trovare i vari segreti disseminati nel gioco, ma presto incapperete in missioni esterne raggiungibili in diversi momenti, queste si presentano perlopiù come delle incursioni in territori nemici in cui dovrete dare prova delle vostre abilità.
Il gioco vi offre una notevole libertà di azione: potrete ad esempio comportarvi come in un qualsiasi sparatutto ed entrare ad armi spianate, oppure infiltrarvi sfruttando le vostre abilità stealth unite a quelle da Hacker, oppure entrambe le cose in tantissime sfumature diverse.
Ma arriviamo alla caratteristica principale del gioco: i potenziamenti.
Avanzando di livello tramite il compimento di diversissime azioni potrete sbloccare i famigerati "punti Praxis"(alcuni si trovano o si comprano); questi una volta utilizzati vi permettono di sbloccare una miriade di capacità da un albero di potenziamenti talmente vasto da farvi perdere minuti interi a riflettere sul come usarli.
Chiaramente la cosa più furba è sempre quella di decidere il vostro stile di gioco dal'inizio: volete un bel tank da combattimento? E allora specializzatevi nei potenziamenti fisici e bellici, mentre(ve lo consiglio) se volete essere più circospetti potrete dotarvi di potenziamenti finalizzati all'hackeraggio, all'ampliamento dei vostri sensi ed al mimetismo, senza contare che ci sono parecchi altri potenziamenti slegati dalle varie classi e tuttavia molto ben implementati.
Il gioco è dotato di un sistema di coperture abbastanza intuitivo: tramite la pressione di uno degli analogici del joypad la visuale passa in terza persona dandovi modo di passare da una copertura all'altra tramite la pressione di un pulsante, L'unica pecca di questo sistema è che una volta stanati se vorrete staccarvi semplicemente da una copertura lo dovrete fare in maniera forzata, restando disorientati per qualche secondo ed incassando un più che probabile game over.
Altro aspetto da non sottovalutare è quello dei dialoghi: dovrete essere astuti e capire chi avete di fronte, saper quando bluffare e quando invece discutere apertamente coi vai "png" del gioco. Questa è una caratteristica di cui ho già parlato prima ma che è anche quella che alla fine è la vera discriminate tra la partita perfetta e la vittoria stentata.
Il mondo di Manking Divided è ricco di personaggi ambigui e strani.
Tutto questo ben di dio ludico non sempre funziona alla meraviglia una volta sul campo: i controlli li ho trovati un poco macchinosi(specie quando si hanno diversi potenziamenti attivi a disposizione) e lenti, ma che una volta padroneggiati riescono a dare comunque le loro soddisfazioni; le animazioni sono della scorsa generazione e praticamente uguali a quelle del precedente titolo(effetto manichino a go-go per capirci), cosa gravissima al giorno d'oggi, specialmente per un titolo di questa portata.
Tecnicamente il gioco è appena sopra la sufficienza: c'è una differenza disarmante tra i personaggi principali e secondari(anche graficamente), con i primi ricchissimi di particolari e i secondi che sembrano uscire da Oblivion, per non parlare delle espressioni facciali degli stessi.
Le ambientazioni sono spesso povere di particolari ed in più si concedono rallentamenti sensibili nelle zone all'aperto e vari difetti grafici oramai inesistenti negli odierni titoli tripla A.
Le musiche sono invece ottime e rendono benissimo l'atmosfera del gioco, ed anche il doppiaggio in italiano si difende molto bene.

  1. Grafica-7: Graficamente di poco nella media e tuttavia affetto da diversi problemi tecnici. Ottimo il lato artistico, perfettamente coerente col valore narrativo dell'opera.
  2. Gameplay-7,5: Sarebbe stato da 9 e passa se tutte le possibilità ed idee fossero state implementate in un gameplay fluido, intuitivo e ben animato........veramente un gran peccato.
  3. Sonoro-8,5: Musiche azzeccate ed evocative, arricchite da un doppiaggio davvero buono
  4. Longevità-8: Contando le missioni secondarie si arriva tranquillamente ad una ventina di ore, che non sono mai male per un gioco del genere.
  5. Voto-8: DEMD è un gioco profondo e innovativo che sicuramente in molti apprezzeranno, ma non si può certo sorvolare sulla legnosità di un gameplay rimasto praticamente uguale al predecessore e a limiti tecnici inconcepibili in questa generazione di console. Peccato davvero, resta comunque una piccola perla in un mare di cloni tirati bene a lucido.

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