Le tre stimmate di Palmer Eldritch


 “Dio promette la vita eterna. 
Noi possiamo consegnarla a domicilio

Con questo articolo inauguro su Arcadia la rubrica dedicata alla letteratura. Ovviamente, per rispettare la policy del sito, tratterò un romanzo di fantascienza, la cosiddetta “letteratura minore”. L’opera da me scelta per l’occasione è “Le tre stimmate di Palmer Eldritch” di Philip K.Dick. Per i lettori di questo nostro interessante sito Dick non apparirà un nome nuovo. Certamente “Dick” non apparirà nuovo nemmeno ai frequentatori dei siti pornografici, ma mi è d’uopo sottolineare che ogni volta che troverete scritta questa parola, vorrò riferirmi solo e soltanto al romanziere Philip K.Dick, da me già trattato nell’articolo dedicato al film Blade Runner.
“Le tre stimmate di Palmer Eldritch” è un romanzo che avrò letto tre volte, trovandolo sempre “bello”. Per questa ragione non avevo dubbi che, volendo iniziare a recensire romanzi, avrei dovuto cominciare da questo. Dick è un autore complesso e onestamente, mentre leggevo, pensavo: Cosa mai dovrei scriverci a proposito? Alla fine l’articolo si è praticamente scritto da solo.
Senza fare troppe anticipazioni sulla trama – come al mio solito – mi limito a dire che il romanzo ruota attorno all’enigmatica figura di Palmer Eldritch, un ricchissimo uomo d’affari di un pianeta Terra del futuro ed in malora (ambientazione tipica delle storie di Dick) che fa improvviso ritorno nel Sistema Solare, dopo un decennio trascorso nel sistema di Proxima Centauri. Da questo evento ammantato di mistero la vita e gli affari sulla Terra di Leo Bulero cominciano a prendere una piega disastrosa, poiché si dice che Eldritch sia tornato da Proxima con un tipo di lichene dagli effetti allucinatori che l’ONU, il governo del nuovo ordine mondiale, ha giudicato non stupefacente e liberamente commercializzabile. Leo Bulero, infatti, è un imprenditore il cui business ufficiale è la produzione e vendita dei progetti di Parky Pat sulle colonie di Marte, Venere e Ganimede, business che cela il suo vero affare: il traffico clandestino di una droga denominata “Can-D”.
I progetti di Parky Pat (che torneranno in “Le cronache marziane”), nient’altro che giocattoli del tutto simili all’universo Barby, hanno lo scopo di alleviare l’apatia e gli stati depressivi dei coloni, consentendo loro di ricostruire frammenti di vita terrestri non tanto attraverso il gioco, quanto mediante un effetto del Can-D: questa droga, infatti, comporta una vera o presunta traslazione nel mondo di Parky Pat e consente ai coloni di ritrovarsi per tutta la durata dei suoi effetti sulla Terra. La minaccia costituita dal lichene di Palmer Eldritch, una droga legale, è la causa delle azioni dei protagonisti del romanzo, tra cui l’esperto di mode future Barny Mayerson, un precognitivo perseguitato dal senso di colpa per avere lasciato la moglie tanti anni prima e sacrificato in tal modo la sua felicità per l’ambizione professionale. Nel tentativo di fronteggiare Eldritch, Leo Bulero farà esperienza della droga concorrente e scoprirà che i suoi effetti sono praticamente illimitati nel tempo. In altri termini, tutte le vicende narrate dall’assunzione del Chew-Z, questo il nome commerciale del lichene, dall’assunzione di Bulero sono, invero, irreali ma vissuti dallo stesso Bulero come la se costituissero la realtà. Tali sono gli effetti del Chew-Z che chi lo assume finisce inevitabilmente e per sempre nei mondi creati da Palmer Eldritch. Non è chiaro se la comparsa progressiva di tutti i protagonisti nell’avventura di Leo Bulero significhi che, durante il suo trip, anche gli altri hanno consumato la droga. Ciò fornirebbe una spiegazione alternativa di come costoro sembrino vivere a loro volta l’esperienza del Chew-Z, entrando nel mondo di Eldritch e partecipino alle iniziative di Leo Bulero. Il punto è che Eldritch è sempre presente a volte attivamente altre celatamente nelle allucinazioni di chi ha provato la sua droga, distinguendosi per i tre particolari del suo aspetto fisico: il braccio destro robotico, gli occhi artificiali della Luxvid e la mandibola (con annessa dentatura) d’acciaio. Il romanzo finisce male, nel senso che Leo capisce di non riuscire a venir fuori dagli effetti del Chew-Z e di essere rimasto intrappolato nei mondi del suo rivale.


A mio parere il romanzo è diviso in due parti. Nella prima l’autore descrive il mondo del futuro con il suo solito pessimismo, ma proiettando in tale futuro le critiche al sistema del tempo in cui scrive. In particolare Dick muove due critiche, una all’illusione del capitalismo e l’altra all’illusione della religione. La prima critica è facilmente ravvisabile nei progetti di Parky Pat, ideati da Dick e calati nel romanzo al tempo del boom commerciale planetario della bambola Barby. Cos’è, infatti, il mondo di Barby se non l’esaltazione del modello sociale capitalista? Giocando con la Barby e con tutti i suoi accessori, cosa fanno le bambine di tutto il mondo se non proiettarsi nella sua stessa mondanità? Cosa fanno se non imparare a desiderare ad essere come Barby una volta adulte? Cosa faranno se non acquisire le mode, gli stili di vita e finanche i capricci di una categoria sociale di cui gran parte di loro non fanno parte? I progetti di Parky Pat hanno la funzione di creare non l’illusione del benessere e della ricchezza materiali, ma con l’aiuto del Can-D permettono di provare anche l’illusione di essere tornati sulla Terra e di poter godere della possibilità di un’esistenza parallela ed immaginaria che, tuttavia, finisce per essere più agognata di quella reale. L’illusione della vita agiata, quindi, ma anche l’illusione del fenomeno della traslazione, non a caso creduta da molti coloni non un’allucinazione indotta dalla droga, ma un’esperienza reale e simile alla transustanziazione del pane e del vino in corpo e sangue di Cristo (non me ne abbiate, è lo stesso Dick a spiegarla in questi termini!). C’è, dunque, anche una critica alla religione nella disputa tra i coloni sulla natura della traslazione e alle dottrine cristiane dogmatiche e sottratte alla riprova empirica.
È tuttavia con la comparsa di Palmer Eldritch e del Chew-Z che la riflessione di Dick diventa più consistente, non solo perché il Chew-Z stesso può essere visto come corpo e sangue del dio, ma anche per il fatto che Dick si interroga sulla solitudine di dio e sui suoi limiti. Dick si e ci pone tante domande: chi, cosa e dove è dio? Come interviene e in che misura è capace di incidere nel mondo? L’esistenza è reale o un’illusione che viviamo come nella mente di dio? Dio ha veramente creato l’uomo o lo ha solo conquistato? È libero o è tormentato? Ha il controllo assoluto delle leggi dell’universo o vi è a suo turno soggetto? In quante realtà e piani esistenziali può vivere? 
Nel suo peregrinare nello spazio Palmer Eldritch si è imbattuto in un essere solitario che lo ha contaminato e che sta cercando di fare lo stesso con tutti gli abitanti del Sistema Solare allo scopo di vincere questa sua tremenda solitudine. E vuole farlo donando loro il dono che essi si aspettano da dio: la vita eterna. Perché dal trip di Chew-Z, che altro non è che il corpo di questo essere, nessuno sembra poterne mai uscire. Ecco perché lo spot pubblicitario del Chew-Z recita: “Dio promette la vita eterna. Noi possiamo consegnarla a domicilio”. Compra e mastica il Chew-Z e ti ritroverai, malgrado il tuo corpo rimanga inerte sulla Terra, a vivere un’esperienza senza fine in una Terra che non esiste se non nella mente di Palmer Eldritch o di qualunque cosa – forse dio – egli sia diventato. “E se tutta la nostra esistenza fosse davvero racchiusa nella mente di dio?” sembra essere la domanda che Dick ci pone, un’esistenza che, essendo reale solo apparentemente, lascerebbe posto alla volontà del dio che l’ha creata di modificarla a suo piacimento per esaudire le speranze e le preghiere degli uomini. Questo dio deve, però, scontrarsi col fatto che gli uomini sono incontentabili e che non può piegare le leggi del tempo. È Barney Mayerson, con tutte le sue fragilità emotive, a mostrare a Palmer i suoi stessi limiti nel creare la realtà e a provocargli tormento.
Palmer Eldritch appare come il cattivo della storia, l’alieno invasore che vuole fagocitare le vite degli umani, oppure semplicemente come un imprenditore senza scrupoli pronto ad arricchirsi diffondendo il male tossico di una potentissima droga. Forse, si legge tra le righe, il suo intento incompreso ed incomprensibile era quello di aiutare gli uomini e liberarli dalla sofferenza e dalla morte.

Nulla a che vedere – mi sia consentito concludere ironicamente – con il mostro polpo "con un miliardo di schiene" in cui si imbatterà il simpatico (forse non è un caso) Philip J.Fry della serie animata Futurama.

Yvo, il solitario abitante di un universo parallelo a quello di Futurama

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