Omaggio alla Catalogna

  • Autore: George Orwell
  • 1938
  • Genere: Autobiografico.
La guerra civile spagnola è uno degli avvenimenti più oscuri e meno conosciuti della storia contemporanea; ricettacolo di incredibili atrocità ed ingiustizie, è stata mistificata dai giornalisti di regime che ne hanno raccontato gli effetti cosi come dovevano farlo; è stata però anche teatro dell'eroismo del popolo spagnolo, teso a resistere al fascismo fino alla fine con quella generosità, quel coraggio e quella disorganizzazione tipici degli iberici.
Omaggio alla Catalogna non è altro che il diario di guerra del giovane socialista George Orwell, che spinto ad arruolarsi nelle file del POUM(partito operaio di unificazione marxista) per scacciare il fascismo franchista dalla spagna, decise di condividerne la rabbia, la frustrazione e la speranza.
Un libro importantissimo, che al pari di pochi altri ha saputo descrivere un momento storico cosi complesso, e che è preludio a "1984".

Un esule in terra natia.

Nato in India da un'agiata famiglia borghese George Orwell(pseudonimo di Eric Arthur Blair) ebbe un'adolescenza problematica a causa della sua manifesta intolleranza alla propria classe sociale; finiti gli studi decide di arruolarsi presso la polizia coloniale della Birmania ma abbandona presto le armi a causa delle eccessive forme di repressione dei soldati inglesi nei confronti della popolazione indigena.
 scrive il libro "Giorni in Birmania" e decide poco tempo dopo di andare in Francia dove ripiega nei bassifondi più miseri della città tirando a campare con lavori umilissimi che lo sfiancano di lì a poco, tornerà presto in patria dove scrive "Senza un soldo a Parigi e a Londra".
Inizia la carriera giornalistica scrivendo articoli sulle disperate condizioni dei minatori inglesi da cui trarrà ispirazione per i romanzi "Fiorirà l'Aspidistra" e "La strada per Wigan Pier" che sostanzialmente parlano delle orribili condizioni dei minatori inglesi in confronto a quelle dell'agiatissima borghesia inglese.
Una vita da "fuoriuscito" che non ha mai trovato un luogo dove attecchire, nella sonnolenta "mid-low class"(che lo avvicina al socialismo marxista), cercando anzi di conoscere e di perdersi negli strati più infimi e più disagiati dei bassifondi per divenire un esule, un viaggiatore che meglio comprendesse la società e scappare dal grigiore della propria quotidianità.
La spagna fu l'occasione giusta per allontanarsi dal nulla, per perdersi di nuovo combattendo un nemico tangibile e manifesto insieme a gente che come lui aveva dato la propria vita per il socialismo; dovette ricredersi ben presto però, dato che la realtà che scoprì era ben diversa da quel che immaginava.
 I repubblicani ed i comunisti appoggiavano gli anarchici del POUM perché avevano largo consenso fra i proletari spagnoli, ma ne deploravano segretamente gli ideali rivoluzionari tanto che presto li misero sotto scacco a guerra ancora in corso tacciandoli di tradimento e accusandoli di essere dei sabotatori al soldo di Franco.
 Presto si dilagò in un massacro tra alleati(gli anarchici però erano stati preventivamente armati male dai comunisti) che fu subito seguito da un'esagitata e meticolosa ricerca di tutti quelli che avevano fatto parte del POUM, Orwell compreso.
Grazie a questa esperienza dolorosa Orwell comprese che non solo il fascismo ma anche lo stalinismo erano mali da estirpare in questo mondo, ed il presente libro è la viva testimonianza che sta dietro a capolavori come "La fattoria degli animali" e "1984".

La Spagna, un paese bellissimo e inguaiato come nessun altro.

Il primo approccio di Orwell con gli anarchici spagnoli non fu proprio dei migliori; questi erano disorganizzatissimi e diretti in maniera alquanto strana dagli alleati comunisti, eppure lui descrive quei primi momenti come i più entusiastici della sua esperienza.
I suoi commilitoni gli piacciono da subito: sempre generosi e testardi, condividono tutto, e cosa ancora più strana non hanno un sistema gerarchico militare(tutti i soldati hanno la stessa paga e vengono guidati da chi ha più esperienza, senza alcuna costrizione); Orwell descrive questi momenti come i più straordinari della propria vita e senza dubbio crede fermamente nel valore di questo sistema di cose, attribuendo loro una maggiore solidità rispetto alle truppe regolari(nonostante fossero dotati di armi totalmente inefficienti) solo per una questione di volontà e profonda determinazione.
“Ogni milizia era un sistema democratico e non gerarchico. Era sottinteso che gli ordini dovessero essere eseguiti, ma anche che dovessero essere impartiti da compagno a compagno e non da superiore a inferiore.”
Le cose però cambiano rapidamente, Orwell viene ferito e ricoverato a Barcellona dove presto scopre un orribile complotto ai danni del POUM e di tutti i propri amici e compagni. Passerà gli ultimi momenti a combattere e scappare da quelli che fino a poco tempo prima erano gli alleati.
“Una delle più orribili caratteristiche della guerra è che la propaganda bellica, tutte le vociferazioni, le menzogne, l'odio provengono inevitabilmente da coloro che non combattono.”
Omaggio alla Catalogna è un libro scritto senza alcuna pretenziosità, che racconta in maniera serena ed allo stesso tempo sentita uno spaccato di vita terribile e insieme preziosissimo di uno dei più importanti autori di sempre, che ha racchiuso in maniera pressoché perfetta il romanzo epico, il documento storico ma soprattutto la viva esperienza di chi è arrivato ingenuamente in trincea convinto di poter rovesciare una dittatura e che invece si è trovato in un casino di cui ha trovato spiegazione solo
molto tempo dopo. Un libro che merita di essere letto senz'altro e che insieme a "Chi suona la campana" di Hemingway(secondo me anche meglio) è il miglior testo che possiate trovare sulla guerra civile in Spagna.

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